I Tre Martiri - fondazione della torre

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I Tre Martiri
I Santi Sisinio, Martirio ed Alessandro
Ai Santi Sisinio, Martirio ed Alessandro, originari della Cappadocia, è intitolata la Chiesa della Torre a Mendrisio

Essi furono Martiri della Chiesa, uccisi in una missione a sostegno degli sforzi di evangelizzazione di San Vigilio, Vescovo di Trento, cui erano stati inviati dal Vescovo di Milano, Sant'Ambrogio.
Riportiamo parte di uno scritto di E.M. Sironi, apparso sulla rivista cattolica "Jesus", nel quale l'autore ricorda la figura dei tre Santi.
San Vigilio e i Martiri
Sisinio, Martirio e Alessandro
Icona di Fabio Nones offerta dagli ammalati
all'Arcivescovo Mons. Alessandro M. Gottardi, Trento, 1994
La Gloria dei SS. Martiri
Sisinio, Martirio e Alessandro
Basilica di San Zeno a Trento
Da "Testimoni del Vangelo maestri di ecumenismo"
di Enrico Maria Sironi
Pubblicato su "Jesus" dell'Agosto 1997
Il singolare stile di tre asceti missionari
"appassionati di comunione"

Il primato dell'evangelizzazione grazie all' apostolato dei tre cappadoci è indiscusso. Nelle lettere vigiliane per ben dieci volte tornano le espressioni: per primi ... per primi ... «Per primi hanno piantato in quel luogo la tenda della chiesa ... , vi hanno fatto risuonare la parola dell'insegnamento religioso ... , hanno intonato un cantico nuovo ... , hanno indicato l'accesso alla Trinità».
Da loro venne costruita la prima chiesa e i tre asceti missionari vissero attorno a essa in un singolare stile di vita operando in perfetta intesa comunitaria al punto che nella loro vita Vigilia vide riprodotta l'unità trinitaria. Singolare fu pure lo stile del loro apostolato svolto sempre insieme e che oggi potremmo definire ecumenico, ...
L'opera dei tre missionari venne infranta in modo violento, dopo circa un decennio di paziente ministero. Nel predisporre la tradizionale processione lustrale delle Ambarvalia il popolo idolatra fece pressione su alcuni conterranei di recente convertiti al cristianesimo, costringendoli a dare le vittime per i sacrifici diabolici.
In questo modo era chiaramente implicata la corresponsabilità dei tre missionari che intervennero per impedire ai neofiti la consegna delle vittime.
Seguì un orrendo massacro. Il diacono e il lettore vennero colpiti con la scure e trafitti con pali bruciati in punta, mentre all'ostiario venne riservata una pena più consistente. Vigilio ne presenta le cause: la nuova pace del nome cristiano, la costruzione della prima chiesa, il Cristo.
I corpi dei tre cappadoci vennero legati assieme e trascinati per la pubblica via.
Alessandro era ancora vivo, nonostante le gravi percosse. Usciti dall'abitato, i corpi di Sisinio e Martirio, già uniti nella morte, vennero gettati nel fuoco del rogo preparato con le travi del tetto della chiesa



Celebrazione presieduta dal cardinal Carlo Maria Martini,
in occasione del 16° centenario della morte dei Martiri anauniesi
Alessandro rinnovò la testimonianza della sua fede rifiutando il tradimento in cambio della vita e venne perciò buttato vivo tra le fiamme.
Vigilio, concludendo la lettera a Simpliciano, scrive: «Il giorno del martirio dei santi è il 29 maggio, di venerdì, all'alba», giorno propizio ai martiri fin dalla morte del Signore. A Trento, Vigilio vide nello Spirito Santo salire al cielo le anime dei martiri: si diresse poi verso l' Anaunia con un diacono, entrandovi a piedi nudi; vegliò e pianse sulle ceneri dei santi ne raccolse i resti ancora fumanti e li portò a Trento per riporli nella basilica da lui costruita, ma avendo in animo di costruirne un'altra in Anaunia, spaziosa e solenne, grandis basilica, sul luogo del loro martirio. Troviamo questa particolare notizia solo nella lettera a Simpliciano. Il fatto martiriale è assolutamente singolare, novum atque mirandum, perché avvenne in tempo di pace.
Il culto ai tre martiri anauniesi trae le sue origini dalla sede vescovile di Trento che va considerata come centro di custodia e irradiazione di tale memoria.
Dalla cattedrale di Trento è iniziata la serie delle concessioni di reliquie a varie chiese quali Milano e Costantinopoli, Brescia, Ravenna, Verona, Torino ... certamente richieste in seguito alla notizia di un martirio così singolare.
Dopo la cattedrale di Trento, luogo della depositio martyrum operata da Vigilio, è la basilica edificata a Sanzeno in Val di Non sul luogo della confessio dei tre santi che da sempre è il luogo della loro ininterrotta venerazione, appunto perché conserva, quale indiscussa testimonianza del martirio, l'Arca delle ceneri del rogo, suo vero cimelio mai rimosso. La basilica di Sanzeno è affidata dal 1977 ai Barnabiti assieme alla vicina "Casa Santi Martiri", che è centro di preghiera ecumenica e di annuncio cristiano.
In tutta la valle, strano a dirsi, non v'è altra chiesa a loro dedicata e in tutta la diocesi risultano quelle dei Solteri e di Pedersano. In Bolzano è dedicata la parrocchia dei Tre Santi e in Val Venosta quella di Lasa (Laas ). Ma è soprattutto a Milano e nella diocesi ambrosiana che il culto ai tre martiri d' Anaunia ha trovato una grande diffusione, in particolare in Duomo, dove sono presenti anche tra le guglie della facciata, nella basilica di San Simpliciano, loro vero santuario per l'area lombarda, e nelle parrocchie a loro dedicate nel quartiere Gallaratese, ma anche a Brivio, Cremella, Legnano, Angera, Belledo di Lecco, senza dimenticare Muronico in Valle d'Intelvi, Torre di Mendrisio nel Canton Ticino e la parrocchiale di Galgagnano in diocesi di Lodi.


Da sinistra: san Vigilio, la Madonna
dell'umiltà e San Sisinio pala dipinta
da Cecchino da Verona nel 1454
Raramente nella Chiesa dei primi secoli la storia di un martirio ha avuto una così ricca documentazione sostenuta da validissime testimonianze come quelle che fanno corona al caso d' Anaunia che dopo sedici secoli non cessa di stupire grazie al limpido insegnamento che contiene, sempre ricco di stimoli per vivere il momento presente col massimo impegno cristiano.






S.Vigilio Vescovo e i SS. Martiri Sisinio, Martirio e Alessandro,
Paolo Naurizio, 1583, Museo Diocesano Tridentino
Una voce senza tempo
Paolo VI ha efficacemente scritto che «l'uomo contemporaneo ascolta più volentieri i testimoni che i maestri, o se ascolta i maestri lo fa perché sono dei testimoni» (Evangelii nuntiandi, 41 ).
Proprio in quanto «discepoli e indici di Cristo», come li definì Vigilio, nel XVI secolo del loro martirio e nell'anno cristologico in corso, Sisinio, Martirio e Alessandro stanno ora passando in tutte le parrocchie dell'Arcidiocesi di Trento in una peregrinatio commovente anche col segno eloquente delle loro reliquie, accolte dovunque con la massima venerazione:
«Nessuno», scrisse Vigilio, «può contenere la voce del loro sangue fedele».
Mi piace concludere richiamando un pensiero di Giovanni Paolo II espresso all'Angelus del 18 agosto scorso con vero anelito ecumenico e così bene collegato anche alla testimonianza dei tre martiri d' Anaunia: «Se ci volgiamo al passato sotto lo sguardo della Madre comune e nella luce dei santi, sarà più facile costruire un futuro di santità e, con esso, un futuro di unità. La loro venerazione è un ponte che unisce vitalmente le Chiese d'Oriente e d'Occidente, favorendo lo scambio dei doni spirituali e il cammino verso la piena unità».

Enrico Maria Sironi - Riproduzione integrale del testo pubblicato su Jesus

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