Der Prior Edoardo Torriani

DON EDOARDO nob. TORRIANI, LETZTER PRIOR DER FAMILIE

 

 

Sull‘imbrunire del 2 agosto 1926 si spegneva a Mendrisio il compianto Priore della Torre don Edoardo nob, Torriani

 

Il di lui ricordo regna e durerà tra quelli che lo hanno conosciuto per la sua bontà e la sua intelligenza.

L’insigne opera sua è però in parte nell‘oblio, forse perché pochi conoscono i frutti di quello studio di storia, specialmente, al quale applicava tutta la sua vita.

Il Priore Edoardo Torriani

Nasceva don Edoardo a Mendrisio, il 24 marzo del 1851, da donna Rosamunda Hungerkhausen di Monaco e da Alessandro nob. Torriani. Principiava i suoi studi ginnasiali nel collegio Papio di Como. Passava quindi al seminario di Lodi, dove terminava gli studi sacerdotali ma troppo giovane perché sia ordinato, dovette trascorrere qualche tempo al seminario maggiore di Como, ove diveniva sacerdote nei 1872. Esercitò la sua santa missione nelle parrocchie di Sessa, Genestrerio, Rancate, Salorino, ed infine nel 1879 prendeva possesso della prioria della Torre. In detta parrocchia per più di 50 anni esercitò con zelo ed umiltà il suo ministero. Attuò il desiderio di un artistico presepio Per opera sua la chiesa fu abbellita di un artistico quadro di valore del celebre pittore Francesco Torriani, rappresentante il martirio di Sant‘Orsola.

 

Molti viaggi vennero da lui intrapresi per avidità di studio. Nel 1886 partiva per un primo viaggio in terra santa e nel 1893 ne intraprendeva un secondo. Visitò più tardi la Spagna, I´Italia, la Germania e la Francia.

 

La passione per la storia e la poesia lo portava intanto allo scrivere e allo studio di documenti e di vecchi libri. Con lavoro da certosino compulsò circa 20’000 scritti tra rogiti e documenti facenti parte dell’archivio Torriani e che vennero, dopo un non breve studio di interpretazione riveduti dallo stesso nel 1914.

 

Egli ha dato così, con i suoi sunti di migliaia di vecchi e quasi illeggibili manoscritti, la base su cui potrà erigere I´edificio delle memorie di questa splendida regione del Mendrisiotto durante quattro secoli. Le opere da lui pubblicate sono di un numero veramente ragguardevole. Preso da una simpatia che raggiungeva quasi il fanatismo per la Germania, non poté mancare di elogiarla nelle sue opere, scagliandosi contro la Francia sua nemica.

 

Nel 1890 la celebre accademia italiana dell’ Arcadia nell’intendimento di onorare i valorosi che per l’eccellenza dell’ ingegno unita al merito di eletti costumi e alla coltura degli ottimi studi, lo segnalava nella professione delle lettere, delle scienze e dell’erudizione, dichiarandolo nel catalogo dei componenti della letteraria Repubblica.

 

Nello stesso anno l‘accademia Tiberina avuta contezza dei suoi meriti scientifici e letterari decretava di annoverarlo pure tra i suoi soci corrispondenti, nel 1891 era eletto socio attivo dell’accademia letteraria della Società Cattolica Istruttiva Romana. Il 1903 lo vedeva ammesso a far parte della società archeologica comense.

 

Nel 1908 riceveva la nomina della sezione storica “Wissenschaft und Kunst” di

Lucerna; e nel 1921 della “Allgemeine Geschichtfoschende Gesellschaft der

Schweiz”.

 

In stretta amicizia con Emilio Motta collaborò al Bollettino storico della Svizzera italiana.

La sua poesia d’intendimento morale satirico, a rime facile e scorrevole, la

prosa informata da una profonda conoscenza storica. Come ho già detto molte furono le sue opere, eccone le principali: in latino “Germanorum contra Gallos” dedicato a Cesare Guglielmo 11.

 

In prosa:

Storia ecclesiastica di Mendrisio –

Il santuario di San Giacomo di Compostella ed una rapida veduta della Spagna –

Diario di un viaggio in Palestina –

I tre cardinali svizzeri –

Dell’avvenire del cattolicesimo in Oriente –

I russi e gli azzurri (commedia in tre atti di carattere politico locale) –

Filippo Witt ed i cannibali francesi –

Vade Mecum contro I ‘attrabile, la noia e I ‘ignoranza –

Satire sulla vita politica del Cantone Ticino –

Elogio alla Germania.

 

Fanno seguito a queste opere opuscoli di memorie ed appunti sulla Parrocchia di San Sisino, sul soppresso monastero dei Servi ti e su quello delle Orsoline a Mendrisio.

 

In poesia:

La nazioni –

Viaggio secondo in terra santa –

Trenta sonetti –

Roma prima e dopo il 20 settembre –

Napoleone I dinnanzi alle piramidi –

Laon –

Parigi e la Comune –

la sentenza (ultimo canto di un poema inedito: il biasimevole ipocrito e comico tentativo di procedura contro nemici che ebbero la sfortuna di perdere la partita nella guerra mondiale) –

Litanie Lauretane –

Fasti di Guglielmo I.

 

Le opere veramente degne di rimarco sono due: “La storia ecclesiastica di Mendrisio” e “Le nazioni “. la prima ci porta a conoscenza di notizie raccolte qua e là tra i documenti d’antica data riguardanti il nastro Paese; nella seconda ci mette in rilievo la sua cultura storica, cantando in ottave la storia di ogni nazione dall’origine all’epoca d’anteguerra. Non posso tralasciare I ‘opera sua di collaborazione tanto all’Archeologia Comense quanto al Bollettino storico ticinese e alla Società storica svizzera.

 

In ogni circostanza della vita fu giusto, retto, semplice, prudente di fronte al male. zelante nella sua missione di bene; in tutto una di quelle anime fatte per il secolo dei nostri padri, quando la buona fede era virtù, quando I ‘arte del vi vere e del parlare simulato e del servirsi della parola per meglio nascondere

il      pensiero, era operante.

 

E ad onore del nostro paese I ‘opera sua letteraria, religiosa, nella quale non cercò mai onore o lucro personale, bensì di fare omaggio al vero ed alla virtù spesso contro l’opinione pubblica, combattendo per ristabilire la verità storica di fatti degni di lode e di biasimo.

 

Umile nella vita, la grande sua storica personalità rifulgerà fra non molto in mezzo a quelli che sapranno apprezzare nel giusto valore l‘opera sua.

 

Da "Storia di Mendrisio" del Prof. Mario Medici

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